Lo SWIFT della discordia

Lo Swift, ovvero Society for worldwide interbank financial telecommunication, è una delle parole che si sentono di più pronunciare in questi tristi giorni di guerra ed è considerata, dai media e dalla politica così detta occidentale, l’arma atomica per eccellenza per mettere in scacco la Russia.

Ma di cosa si tratta realmente ? Procediamo con ordine.

Prima della creazione di questo meccanismo globale di messaggistica al servizio delle transazioni commerciali, i trasferimenti internazionali di denaro e le emissioni di pagamento, venivano effettuati tramite quello che sembra, al giorno d’oggi, uno strumento dal vago sapore vintage, il telex.

Il meccanismo è semplice. L’operazione di trasferimento di denaro avviene tramite l’assegnazione di un codice, composto da lettere e numeri, che va dagli 8 agli 11 caratteri il quale rende sicura l’operazione di pagamento tra banche di oltre 200 Paesi in tutto il mondo. Sono circa 11.000 le aziende e le istituzioni che aderiscono al sistema, creando un traffico di oltre 42 milioni di messaggi ogni giorno.

La società cooperativa che assegna i codici e gestisce la piattaforma è nata nel 1973 ed ha sede in Belgio.

Ed ora veniamo ai motivi che rendono l’esclusione da tale sistema una pesantissima sanzione nei confronti della Russia.

Escludere un paese dalle piattaforme, cosa per altro accaduta una sola volta nella storia con l’Iran nel 2012, significa escluderlo di fatto dall’intero sistema finanziario internazionale impedogli pagamenti e riscossioni per ogni tipo di fornitura.

Ma è veramente così ?

In effetti, al fine di contrastare un evidente strapotere, sono state create nel tempo diverse alternative quali il Cross-Border Interbank Payment System lanciato nel 2015 dalla Cina per le transazioni in yuan, il sistema Mir, creato proprio dalla Russia tramite la sua banca centrale nel 2017 oppure il piu’ attuale Spfs, System for transfer of financial messages, che, a fine 2021 ha registrato al suo attivo più di 400 aderenti ed un volume di scambi di circa 13 milioni di messaggi.

Detto questo, risulta evidente che l’eventuale esclusione dal sistema Swift creerebbe sicuramente diversi problemi a Mosca, oltre che ripercuotersi su tutte le economie europee ed in particolar modo sull’Italia per quanto riguarda i pagamenti delle forniture di gas russo e non solo, ma non è escluso che, una tale decisione, potrebbe incentivare l’utilizzo di sistemi alternativi, quali le crypto-valute digitali che le banche centrali occidentali cercano tenacemente di contrastare e che finirebbero per assumere un ruolo fondamentale sullo scacchiere finanziario globale, spostando, molto probabilmente, il fulcro dell’economia mondiale da Occidente ad Oriente.

(Posted on Febbraio 27, 2022, La Tribuna di Roma)